Marisa Mura
Marisa Mura scopre fin da subito la sua passione per la pittura questa brava pittrice di Assemini, cittadina in provincia di Cagliari, forse perché la Sardegna è terra di artisti, forse perché il mare le ha suggerito di seguire il suo istinto pittorico, sta di fatto che era talmente forte la voce interiore che la chiamava a dipingere che ha iniziato a farlo da autodidatta. Poi, dopo aver dato sfogo all’impulso creativo, ha deciso di perfezionare la tecnica studiando pittura a olio con il maestro Alberto Scalas che le ha fornito le basi fondamentali per poi creare, nel tempo, uno stile tutto suo che oggi è diventato segno inconfondibile.
I suoi dipinti parlano di natura, di brezza marina, dei paesaggi nei quali è nata e che non potrebbe non vedere davanti agli occhi anche quando dà sfogo alla fantasia, ma anche di interiorità, di leggerezza, di tradizioni, tutto ciò che è legato alla realtà immerso però nel suo mondo fantastico, quasi surreale a volte, soprattutto quando a dover essere impressa su tela non è la natura bensì l’emotività , il sentimento, il mondo interiore.
Il suo porre l’accento su dettagli quasi interrogativi ingrandendo il soggetto del suo domandarsi,voler chiarire e scoprire, come nella tradizione surrealista che però lei modifica secondo la propria indole, danno l’impressione all’osservatore di trovarsi davanti a un palcoscenico con l’occhio di bue puntato sul protagonista della piece teatrale, sia che si tratti di un personaggio sia che si tratti di un oggetto ma sempre circondato da quella rarefatta atmosfera un po’ magica che riconduce alla luna, al mare, all’odore del sale e alla sabbia.
La sua ricerca di un equilibrio ma al tempo stesso la sua esigenza di continua evoluzione, l’hanno condotta gradualmente verso la scoperta della pittura materica nella quale mescola con sapienza ai colori anche altri tipi di materiale dando sfogo al suo impulso di manualità, rendendo più plastico un mondo che sembra non riuscire a essere contenuto dalla tela, così come le sue emozioni non riescono a essere legate a un solo modo di esprimersi, e sente il bisogno di fuoriuscire, di assumere quella tridimensionalità che contribuisce a rendere tutto più reale.
Il suo percorso, all’ inizio sentito come necessità si esprimere ciò che diversamente non sarebbe riuscita a fare, l’ha portata a scoprire timidamente il suo talento pittorico finché non è riuscita ad acquisire quella consapevolezza che le ha permesso di partecipare a mostre collettive e poi di personali, di essere inserita in numerose riviste tra cui Avanguardie Artistiche del 2012 e in un catalogo dedicato ai pittori.
Marta Lock