Pasqua, i riti della Settimana Santa ad Alghero
Pasqua, i riti della Settimana Santa ad Alghero.
La Settimana Santa di Alghero è, per gli algheresi, un momento di vera fede cristiana che si rinnova da lunghi secoli per la rievocazione degli ultimi giorni della vita terrena del Cristo.
Tale evento è contraddistinto da una forte spiritualità e da una sua specificità culturale e tradizionale di origine catalana.
Quella della Setmana Santa de l’Alguer è, infatti, una storia antica che ha origini agli inizi del 1600 quando Alghero era ancora una roccaforte spagnola.
E proprio in quegli anni il mare consegnò alla nostra città il Cristo ligneo di Alicante che, trasportato dal veliero Santa Maria di Montenero diretto a Genova, naufragò nel Golfo di Porto Conte a seguito di una forte tempesta.
La statua lignea, di grande bellezza e perfezione artistica raffigurante il Cristo in croce, è diventato, così, uno dei simboli più rappresentativi della tradizione storica, religiosa e dell’identità culturale di Alghero.
Pasqua, i riti della Settimana Santa ad Alghero
Il Santcristus, da allora, è sempre stato esposto alla venerazione dei fedeli fuori e dentro le mura della città fino ad arrivare, nel 1738, nella chiesa della Misericordia.
Qui la Confraternita del Gonfalone o della Misericordia, già da tempo animava i riti popolari della Settimana Santa, che culminavano la sera del Venerdì Santo in cattedrale, con la solenne funzione del Desclavament (discendimento dalla croce).
Considerato un prezioso dono di Dio venuto dal mare grazie alla provvidenza, il Santcristus divenne subito oggetto di venerazione popolare diventando il fulcro dei riti della passione e delle processioni.
I Jermans Blancs della Confraternita di Nostra Signora della Misericordia ancora oggi mantengono vivo il loro ruolo di organizzatori delle sacre rappresentazioni dei riti della Passione.
La Setmana Santa de l’Alguer viene vissuta dagli algheresi in modo molto intenso e profondo tanto che i riti e le celebrazioni popolari trasformano la città in una grande chiesa a cielo aperto.
Caratterizzata da penetranti silenzi, riflessioni, raccoglimento e preghiera, è ormai diventata il più importante dei momenti di fede tra quelli che si svolgono in Sardegna durante il periodo pasquale, non solo per ciò che rappresenta dal punto di vista storico e della tradizione, ma soprattutto per la sua forte intensità religiosa ed emotiva.
Uomini, donne e bambini procedono in fila con i Germans Blancs della Confraria del Gonfalò e con i fratelli spagnoli che indossano i loro caratteristici abiti contraddistinti dall’emblema di appartenenza, dai tipici cappucci della tradizione catalana e dai colori della Passione.
Come in una sacra rappresentazione, circondati dal silenzio e dalle preghiere che si fondono nell’antica lingua della Catalogna, i fedeli, tenendo in mano i farols (candele avvolte da cartocci rossi) percorrono le vie della Città.
I vicoli del centro storico cittadino vengono rese suggestive dai bagliori emanati dai lampioni che, per l’occasione, sono schermati con drappi rossi.
Setmana Santa a L’Alguer
E questa atmosfera così mistica viene accompagnata, in prossimità delle stazioni del rosario della Passione, dai canti devozionali intonanti dai numerosi cori che propongono preghiere in musica di antica origine catalana e i gosos in lingua sarda.
Quest’anno i riti della Settimana Santa vedranno la partecipazione dei Cavalieri del Sacro Sepolcro facenti parte dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme considerato dagli storici il più antico Ordine assistenziale, caritativo, equestre e religioso dell’era cristiana ancora attivo.
Si tratta di una “Associazione laica internazionale di fedeli” che comprende anche canonici, riconosciuta e tutelata sia dalla Santa Sede sia dallo Stato Italiano. Le loro pratiche religiose si fondano sull’amore a Cristo Risorto.
L’Ordine fu fondato nel 1099 quando l’esercito dei crociati, dopo aver conquistato le città di Nicea e Antiochia, giunse a Gerusalemme.
Conquistata la città, i principi si riunirono per designare il governatore di Gerusalemme. La scelta cadde su Goffredo di Buglione che accettò ma volle prendere solo il titolo di Advocatus Sancti Sepulcri e non quello di re (“Difensore del Santo Sepolcro” e non “Re di Gerusalemme” perché il clero che accompagnava i crociatI sosteneva che nessun cristiano poteva chiamarsi re nel luogo dove Gesù Cristo era stato coronato di spine ed aveva sofferto).
I crociati, in seguito all’allontanamento della comunità di cristiani, trovarono la Chiesa del Santo Sepolcro incustodita e si rese così necessario creare un corpo di guardia per il Santo Sepolcro per rendervi onore in pace e difenderlo in guerra.
La Chiesa che custodiva il Sepolcro che aveva ospitato le spoglie mortali di Gesù Cristo diventò il simbolo della vittoria del cattolicesimo e non potendo restare incustodita, Goffredo di Buglione affidò ad alcuni Cavalieri Crociati, costituitisi in Corpo, l’onore della custodia armata e della difesa del Santo Sepolcro, con dovere di obbedienza al Patriarca di Gerusalemme e di seguire la Regola di Sant’Agostino.
Il nucleo di cavalieri destinato a tale scopo ebbe sin dalle origini un rapporto vincolante con l’autorità ecclesiastica.
La Costituzione dell’Ordine del Santo Sepolcro ha due finalità fondamentali: rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana in fedeltà al Sommo Pontefice secondo gli insegnamenti della Chiesa e rafforzare ed aiutare le opere e le istituzioni della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Maggiori informazioni:
Comune di Alghero www.comune.alghero.ss.it